Classe 1988, Andrea Speziali è riconosciuto come uno tra i più valenti esperti di arte Liberty in Italia. Questo il suo identikit:
Altezza: 1,8 m
Capelli: Biondi
Genitori: Rodolfo Speziali, Daniela Pesaresi
Fratelli: Mattia Speziali
Organizzazione fondata: Italia Liberty
Ceo: Art Nouveau week
Lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.
Da dove nasce la tua passione per l’arte, in particolare per quella liberty, e quando hai iniziato a raccontarla sui social?
La passione penso sia nata per una predisposizione naturale e circostanze, riferendomi a genitori, partenti appassionati d’arte, quasi collezionisti. Artista di natura, folle per diletto come ironizza uno dei miei editori. Tutto nasce per casualità quando mi trasferii di casa a sedici anni nell’euforica città di Riccione conosciuta ai più per l’aspetto mondano rispetto al profilo storico-artistico. Una sera raggiungendo gli amici in spiaggia scendendo dalla via Damiano Chiesa dove risedevo, prima di raggiungere il lido 63 vidi una sontuasa dimora dalle forme inusuali per le case del quartiere Abissinia che colpì la mia attenzione.
Oltre l’imponente dimensione della villa anche le decorazioni e le luci che regalavano fascino e mistero alla sontuosa dimora Antolini in stile Liberty. L’interesse e la curiosità sullo stile e la storia di questa villa ricoperta tutta dall’edera hanno suscitato un forte interesse, quasi un’ossessione che mi ha portato a scrivere un libro a diciannove anni sull’arte Liberty in città. Dopo tanti anni nel 2020 ho scritto una prima e completa monografia sull’architetto Mirko Vucetich che nel 1923 progettò villa Antolini. L’amico Vittorio Sgarbi si è espresso positivamente al lavoro monografico definendolo un lavoro minuzioso e definitivo.
Erano gli anni in cui lo stile Liberty non godeva di interesse per i critici d’arte, così ho colto l’occasione per riscoprire uno stile a distanza dagli anni Ottanta, quando venne per la prima volta scoperto da Rossana Bossaglia e Lara Vinca Masini. Diedi vita al portale www.italialiberty.it coniando un marchio e un’associazione. La sconfinata passione per l’architettura, prima delle arti applicate, grafiche e scultoree mi hanno portato a censire oltre quattordicimila edifici sparsi in tutto il mondo. Con l’avvento dei social network, quando Facebook fu l’inizio aprii un canale social dove parlare dello stile.
La pagina si chiama “The world Art Nouveau” che in quattro anni raggiunse quasi duecentomila follower su Facebook e oltre trecentomila su Instagram in cinque anni di attività. Da pochi giorni ho chiuso i profili per dare valore alla natura del progetto, ovvero interagendo con gli utenti con l’omonimo gruppo Fb dove una community di trecentomila appassionati di Art Nouveau interagiscono pubblicando contenuti e commentando per portare contributi sulla storia, in parte mi agevolano le costanti ricerche.
Hai fondato anche un museo del liberty, raccontaci il progetto e i suoi obiettivi.
In realtà il fondatore è il Comune di Sarnico. E il ringraziamento va all’amico sindaco Giorgio Bertazzoli che mi ha dato l’incarico a dirigere il “Museo del Liberty” in qualità di esperto.
Entro dicembre inaugurerà il museo. E sarà solo l’inizio. È scaturita l’idea di creare tre poli a Savona dove c’è villa Zanelli e Palermo con le opere di Ernesto Basile che possono offrire un percorso votato al Liberty straordinariamente affascinante e coinvolgente. In esposizione capolavori di Quarti, Bistolfi, Zen, Sommaruga, Basile, Mazzucotelli, Terzi, Dudovich fino ad autori internazionali come Mucha, Majorelle, Gallè, una importante collezione di ceramiche Amphora, Gallè e tanti altri. L’obiettivo è concretizzare un sogno di tanti con un museo che per la prima volta in Italia omaggia un giusto tributo al modernismo, o Liberty nel termine più comune.
Sui social ci sono diversi divulgatori d’arte, ne segui qualcuno?
Alberto Angela di certo. Vittorio Sgarbi al di là dell’amicizia è una figura insostituibile da cui prendere esempio per la capacità di comunicare e l’amore sconfinato per l’arte e la volontà di battersi per tutelare i beni culturali. Sono pochi coloro che divulgano arte, ultimamente ha avuto un felice riscontro Roberto Celestri la cui carriera pare già segnata. Lo seguo con ammirazione seppure in erba ma con voglia di emergere. Lui ama il Barocco, io il Liberty eppure esiste uno specchio della metamorfosi tra i due stili. Non escludo una collaborazione futura.
Qual è secondo te il modo migliore di comunicare l’arte sui social e far appassionare le persone?
Sicuramente interagire con il pubblico, ascoltare le storie di chi vuole offrire il proprio contributo su fatti e cose, ricercare instancabilmente informazioni poco note per suscitare interesse. La curiosità è femmina e raccontare perle nuove e originali con lo sforzo di scovare tra la storia anche semplicemente rovistando in Archivi di Stato è buona cosa.