Nano, micro, macro, virtual, local, vertical… Si fa presto a dire influencer! Con il passare degli anni questa figura professionale – da molti percepita ancora come “nuova” – prende sempre più forma e le categorizzazioni si fanno sempre più precise. Scopriamo, ad esempio, quali sono le differenze tra un local influencer e un vertical influencer.
Il valore di una community autentica
Gli esperti di creator economy conoscono bene il valore di una community autentica, nel definire una strategia di influencer marketing. Brand e agenzie sono costantemente alla ricerca di quegli spazi dove, con più frequenza e maggiore attenzione, si concentrano gli sguardi e le orecchie di potenziali clienti. Gli utenti delle varie piattaforme social, inoltre, mostrano sempre più insofferenza verso i contenuti “di plastica”, tutti uguali, con prodotti promossi da decine di influencer mainstream contemporaneamente e con lo stesso tone of voice.
Conseguenza diretta di questa mancanza di creatività e di autenticità è, non di rado, un calo di engagement, non solo sui contenuti organici ma anche nei post sponsorizzati. Ecco perché, se sei un brand o un’agenzia e sei alla ricerca del creator giusto per una campagna con una localizzazione geografica ben precisa e delimitata, la soluzione ideale può essere l’ingaggio di un local influencer.
Local influencer: chi sono e perché sceglierli
I local influencer sono blogger o personalità di spicco sui social media che operano in un’area geografica molto specifica, area in cui godono di un grande seguito. Il settore di competenza, in base alle esigenze specifiche di brand e agenzie, può essere o non essere importante. Ci sono, infatti, local influencer in grado di raccontare in modo convincente più o meno tutto ciò che merita attenzione in una determinata città: dai migliori ristoranti in cui mangiare ai negozi più trendy per lo shopping. Altri, invece, scelgono fin da subito di focalizzarsi su uno o due settori, mantenendo comunque lo status di celebrità nel proprio territorio.
Oltre ad avere un discreto numero di follower (in genere tra i 1000 e i 15.000), in relazione alla città/regione in cui operano, i local influencer hanno un network di relazioni molto ampio e radicato nel luogo di riferimento. Inoltre, il local influencer viene percepito come “uno di noi”, qualcuno di cui fidarsi, anche perché è più facile incontrarlo per strada e conoscerlo in carne e ossa. Un local influencer autentico e appassionato, poi, ha pochi fake follower ed un tasso di engagement piuttosto elevato. Il rischio di incorrere in numeri gonfiati e in una audience finta e poco coinvolta, dunque, si riduce.
Le campagne marketing ideali per un local influencer
Sceglierne uno per la propria campagna di influencer marketing può rivelarsi la scelta vincente in diverse situazioni. Se la tua azienda, ad esempio, sta per aprire un negozio o un ufficio in una determinata città, affidare i contenuti per il conto alla rovescia e l’inaugurazione ad un local influencer può aiutare senza dubbio sia ad intercettare centinaia di potenziali nuovi clienti che ad incrementare brand awareness e brand reputation.
Altri esempi di campagne giuste per un local influencer sono le iniziative di sensibilizzazione sociale su temi di pubblica utilità. Un local influencer con un amico a quattro zampe, quindi, potrebbe farsi portavoce di una campagna contro l’abbandono degli animali, in una città in cui questo fenomeno è particolarmente diffuso. O, se appartiene alla Gen Z, potrebbe mettere in guardia i propri coetanei dall’uso improprio dei fuochi d’artificio durante la notte di Capodanno, in una località dove ogni anno si verificano numerosi ferimenti a causa di questa cattiva abitudine.
Vertical influencer: chi sono e perché sceglierli
Passiamo ai vertical influencer, che si distinguono per il fatto di essere specializzati in una nicchia di settore ben precisa. Il livello di specializzazione può variare. Si può essere specializzati, ad esempio, nel beauty in generale, area che include make-up, skincare, profumi, trattamenti estetici di vario tipo, ecc. Ci sono beauty influencer, poi, che fanno scelte ancora più precise, specializzandosi solo in profumi di nicchia o solo in make-up di marchi indipendenti. Di conseguenza, la loro community sarà rappresentata quasi interamente da persone realmente interessate all’argomento.
Le nicchie più popolari sono: fashion, beauty, intrattenimento, sport, gaming, lifestyle, travel, salute e fitness, famiglia e genitorialità, tecnologia e business. Lo stesso discorso, dunque, si applica a tutti i temi appena elencati. È possibile diventare delle (piccole o grandi) celebrità sui social e degli esperti, con un buon livello di autorevolezza nel proprio campo, scegliendo il grado di specializzazione. Da chi si occupa solo di criptovalute a chi posta contenuti esclusivamente sui viaggi eco-sostenibili.
Come far incontrare influencer e aziende
Un bravo vertical influencer si è costruito nel tempo – con passione, impegno, competenza e creatività – una solida reputazione, guadagnandosi la fiducia del pubblico. Quando promuove un prodotto, un evento o un servizio lo fa con cognizione di causa. Un punto di forza premiato con crescenti livelli di engagement. A volte, poi, un influencer può essere local e vertical allo stesso tempo: ad esempio un creator specializzato nel food (piatti tipici, ricette, eventi, ristoranti…), ma solo della regione Campania. Per un’azienda che opera in un settore specifico, ma senza particolari limitazioni geografiche, è comunque preferibile adottare una strategia di marketing basata sui vertical influencer.
Che si tratti di local influencer o di virtual influencer, la domanda è: come far incontrare domanda e offerta, cioè aziende e creator? Se sei davvero bravo, in genere, sono le aziende a contattarti. Sei attivo sui social già da un po’ e i tuoi profili stanno spiccando il volo? Il consiglio degli esperti è preparare un Cv e un portfolio, con una selezione dei tuoi migliori contenuti organici e dei progetti/collaborazioni a pagamento in cui sei stato coinvolto. Fatto questo, non ti resta che mandare Cv e portfolio non solo alle aziende, ma anche alle agenzie di digital pr o alle agenzie di comunicazione in generale. Molto spesso, infatti, le aziende si avvalgono di agenzie strutturate per le attività di consulenza e intermediazione, proprio su progetti in cui è previsto il coinvolgimento di uno o più creator.