C’erano una volta Facebook, YouTube e Twitter. Poi sono arrivati Instagram e TikTok. Come dimenticare, poi, Twitch, Tumblr, WhatsApp e Telegram? L’elenco potrebbe proseguire con tante altre piattaforme che hanno cambiato e arricchito le nostre vite negli ultimi 20 anni. Ed è anche un modo per ricordare che gli strumenti a disposizione di un content creator, in ottica di monetizzazione e di strategie per crescere sui social, sono davvero tanti. Tra questi non vanno tralasciati, ad esempio, Substack e Patreon. Scopriamo subito quali sono le caratteristiche di questi strumenti e come monetizzare.
Substack: quando è nato e come funziona
Substack è stato fondato nel 2017 da Chris Best, Hamish McKenzie e Jairaj Sethi con l’obiettivo di creare una piattaforma che permettesse agli autori (scrittori, giornalisti, blogger, ecc.) di pubblicare e monetizzare i propri contenuti direttamente attraverso i lettori. La piattaforma ha rapidamente guadagnato popolarità, soprattutto tra giornalisti indipendenti e scrittori, grazie alla semplicità d’uso e al modello di abbonamento.
Gradualmente la piattaforma ha introdotto nuove e utili funzionalità, sia per i content creator che per chi fruisce dei contenuti proposti, come il supporto per podcast e le discussioni tra abbonati. Nel 2021 la piattaforma ha superato i 500.000 abbonati paganti, consolidando la sua posizione leader nel settore delle newsletter, superando in popolarità strumenti simili, ad esempio Medium. Tra i content creator che – in tempi più recenti – hanno deciso di integrare la propria presenza online proprio con Substack c’è anche Piero Armenti de Il mio viaggio a New York.
Come monetizzare su Substack
Se hai qualcosa di significativo e rilevante da dire, sotto forma di newsletter, Substack può fare al tuo caso. Anche se non sei un giornalista o uno scrittore, dunque, potrai integrare la tua strategia social usando questo strumento, familiarizzando con la scrittura ragionata e strutturata. Il modello di monetizzazione prevede abbonamenti a pagamento. Gli autori possono offrire contenuti esclusivi tramite paywall, consentendo ai lettori di sottoscrivere piani mensili o annuali.
Substack ha riscosso successo per il suo modello di revenue sharing. La piattaforma, infatti, trattiene il 10% delle entrate generate dagli abbonamenti, lasciando il restante 90% agli autori. Ricorda che l’iscrizione e l’uso della piattaforma sono gratuiti per quelle newsletter che non richiedono un abbonamento. Grazie agli analytics, poi, i creator possono monitorare la crescita degli abbonati, i tassi di apertura delle email e altri dati utili per ottimizzare i contenuti.
L’aggiunta di elementi multimediali, come video e audio, contribuisce ad accrescere sia l’engagement che il tasso di sottoscrizione degli abbonamenti. Negli anni, infine, è stata perfezionata la funzionalità di anteprima. I lettori possono così visualizzare delle anteprime sufficientemente chiare dei contenuti proposti, prima di decidere se abbonarsi, migliorando la conversione.
Le sfide da superare su Substack
Avere successo su Substack e – dunque – monetizzare, non è così semplice come sembra. La prima sfida da vincere è costruire un pubblico interessato, pagante e fedele. Creare una base di lettori disposti a pagare, soprattutto se si tratta di un abbonamento annuale, richiede tempo e impegno. È fondamentale offrire contenuti freschi e ben curati, mantenendo una comunicazione costante con il pubblico. C’è poi la competizione con i contenuti gratuiti.
Molti lettori, soprattutto in Italia, sono abituati a consumare contenuti gratuiti online, quindi convincerli a pagare per una newsletter può essere difficile. Ricorda anche che la creazione di contenuti, la promozione e l’interazione con gli abbonati portano via tempo ed energie. Può quindi essere impegnativo, soprattutto per chi lavora da solo.
Come per qualsiasi altra strategia sul web, è fondamentale trovare la giusta nicchia, cioè individuare un argomento – o offrire un punto di vista unico, ad esempio con degli approfondimenti – che sia abbastanza specifico da attrarre un pubblico dedicato, ma anche abbastanza ampio da garantire la crescita nel tempo.
Patreon: quando è nato e come funziona
Passiamo a Patreon. Fondato nel 2013 da Jack Conte e Sam Yam per offrire ai creator un modo per guadagnare direttamente dai loro fan attraverso abbonamenti, Patreon ha un business model e un approccio diversi da Substack, quindi non vanno confusi. Patreon consente agli utenti di aprire un negozio digitale sul sito. Qui potranno proporre in vendita prodotti digitali come file scaricabili, podcast, video esclusivi, musica, e-book, corsi online e altro ancora ai propri sostenitori. Ad oggi è un’opzione ampiamente utilizzata, in quanto è immediata e non richiede la gestione delle spedizioni.
Passiamo ai prodotti fisici: Patreon consente anche di offrire “ricompense” agli abbonati come merchandise personalizzato (magliette, poster, libri stampati o altri gadget). Tuttavia, la logistica per la produzione e spedizione di questi prodotti viene gestita direttamente dai creator o da terze parti, non dalla piattaforma. Tienilo a mente. Già a partire dal 2014 Patreon ha rapidamente guadagnato popolarità.
Nel 2015 l’azienda ha poi acquisito Subbable, una piattaforma simile, consolidando così la propria posizione sul mercato. Oggi Patreon vanta la presenza di 300.000 creator e 8 miliardi di dollari di ricavi generati a partire dal 2013. Sono tanti gli artisti e le personalità che possono trarre vantaggio da Patreon: illustratori, fotografi, videomaker, musicisti, gamer, formatori professionali, cosplayer, appassionati di fai-da-te, ecc.
Come monetizzare su Patreon
Sono diversi gli elementi che, nel tempo, hanno contribuito al successo di Patreon. Ad esempio, un forte senso della community e grande attenzione agli scam, alle frodi informatiche e a tutto ciò che può minacciare una crescita sostenibile della piattaforma. I creator possono attivare la propria presenza su Patreon attraverso due forme di abbonamento, Pro e Premium, e poi, una volta avviata la propria attività, proporre abbonamenti personalizzati ai fan. Ciò offrendo diversi livelli di vantaggi esclusivi, come contenuti anticipati, video dietro le quinte o merchandise a tema.
L’interazione diretta con i fan è agevolata attraverso strumenti ad hoc. La gestione flessibile dei pagamenti è una delle funzionalità più apprezzate: i creator possono scegliere tra pagamenti mensili o per singola creazione, adattandosi sia alle richieste dei propri sostenitori che alle esigenze (stagionalità, eventi, singoli progetti, ecc.) legate alla propria attività di content creator. Patreon, infine, fornisce analytics dettagliati sulle entrate e sul comportamento dei propri sostenitori, aiutando i creator ad ottimizzare le strategie di creazione/produzione e di vendita/distribuzione.