Quando un professionista operante sui social può definirsi influencer?
Alla domanda, se si considera la mole di persone che crede di aver intrapreso lo stesso percorso di Chiara Ferragni, non è semplice rispondere.
Più passa il tempo, più la professione dell’influencer diventa mainstream, più aumentano i criteri per capire la differenza tra chi aspira ad essere un influencer e chi lo è per davvero. Non è più sufficiente trasformare un set di stories su Instagram in un’esperienza di vendita riuscita.
Chi è il vero influencer?
Oggi un influencer è tale se intercetta una domanda fatta da una community che non coincide necessariamente con le persone che seguono già questo professionista sui social.
La persona che oggi rappresenta bene questo parametro è Bianca Balti.

Bianca Balti
Ogni sua intervista genera numeri che da tempo non si vedevano. Dopo l’incontro con Francesca Fagnani, a Belve (in prima serata, il martedì, su Rai2) più di 200mila persone hanno consultato Google per approfondire la storia della top model italiana.
Qualcosa di analogo era già successo, nelle scorse settimane, subito dopo l’erogazione della puntata del podcast “One More Time” condotto da Luca Casadei e prodotto da One Podcast.
Se ogni volta che ti racconti sbanchi vuol dire che attorno a te qualcosa sta succedendo.
Come è arrivata Bianca Balti a questo successo extra fashion?
La storia da sola non è stata sufficiente. In questi anni più persone hanno affrontato temi che rimandano al suo passato. Lei come Selvaggia Lucarelli (che durante una puntata dell’Assedio, lo show di Daria Bignardi realizzato per Discovery, raccontò la relazione che le aveva fatto male) è andata dritto al punto. Non ha espresso un parere sulle dipendenze o un percorso medico. Ha raccontato quel che le è successo senza filtri. L’assenza di giudizio l’ha resa empatica e permesso a molte persone di avvicinarsi a lei, di iniziare a seguirla sui social. Bianca Balti è, ad oggi, la top model italiana più seguita su Instagram.
La top model, nonostante la carriera ventennale nel mondo della moda, è diventata l’ambasciatrice di un modo nuovo di vivere la propria carriera. Si è reinventata, non ha reiterato un formato vincente e che le aveva dato tante soddisfazioni economiche e professionali. Questa fisiologica, sulla carta, evoluzione, rappresenta per molti influencer la sfida più difficile. Mediamente chi prova a uscire dall’ambito o il racconto che lo ha portato al successo è costretto a tornare su i suoi passi.
Perché Bianca Balti è riuscita laddove altre influencer hanno fallito?
Nel caso della top model è stata vincente la costruzione sinergica di questo cambiamento con la sua community.
Bianca Balti non si è mostrata diversa. Bianca Balti ha intrapreso un percorso, basato sull’ascolto di chi già la seguiva sui social, che l’ha fatta percepire come un’amica storica che fa qualcosa di nuovo piuttosto che come un’amica storica che si palesa con una faccia irriconoscibile.
C’è poi una questione legata al canale, ai canali che la top model ha usato per diventare una top influencer.
Chi di noi non è inciampato, almeno una volta nell’ultimo anno, in un/una influencer che si lamentava per l’evoluzione del social che genera la stragrande maggioranza dei propri guadagni?
Bianca Balti, complice probabilmente l’attivazione tardiva dei suoi social, si adatta al canale, vede nel nuovo algoritmo un’opportunità.
I reel da un milione di visualizzioni
Con i 3 Reel realizzati durante la settimana della moda di Milano ha superato il milione di visualizzazioni.
Numeri importanti soprattutto se comparati a quelli di altri profili simili che in taluni casi hanno il doppio dei followers ma su contenuti simili generano la metà delle visualizzazioni.
Anche in questo caso il segreto del successo della top model sta nella costruzione del contenuto.
Bianca Balti non mostra un outfit. La top model ci fa vivere un look. Questo racconto risulta essere più inclusivo perché non fa leva su un’aspirazione, ti seguo perché voglio essere come te, ma su un desiderio, ti seguo perché mi incuriosisci (e di conseguenza ti cerco).

Immagine di copertina © Credito: Simona Chioccia / Ipa-Agency.Net / Fotogramma